Alcuni dati sull’ innovazione in Italia
A che punto siamo con l’innovazione delle imprese in Italia? Un quadro d’insieme abbastanza completo lo offre il documento riassuntivo “Noi Italia” dell’ISTAT che esamina diversi aspetti del nostro Paese.
A che punto siamo con l’innovazione delle imprese in Italia? Un quadro d’insieme abbastanza completo lo offre il documento riassuntivo “Noi Italia” dell’ISTAT che esamina diversi aspetti del nostro Paese. Tra i settori presi in considerazione c’è naturalmente quello relativo a “tecnologia ed innovazione”, un indicatore che l’Unione Europea ritiene molto importante.
Il conseguimento di un adeguato rapporto tra PIL (prodotto interno lordo) e spesa per “Ricerca e Sviluppo” è infatti uno dei cinque obiettivi stabiliti dalla commissione Europea all’interno della strategia Europa 2020: un programma nato nel 2010 con l’obiettivo di rilanciare l'economia dell'UE nel prossimo decennio.
Secondo i dati, la spesa per Ricerca e Sviluppo incide in Italia per l’1,25% del PIL; un valore distante da quello dei Paesi europei più avanzati, ma buono rispetto all’obiettivo che l’Italia si prefissa per il 2020 (1,53%).
Gli addetti alla Ricerca e Sviluppo risultano 3,8 ogni 1000 abitanti: un dato al di sotto della media europea (5,1) e con forti disparità territoriali, ma in aumento rispetto alle rilevazioni precedenti.
Il settore più innovativo si conferma quello industriale con il 43,1% di imprese innovatrici contro il 24,5% dei servizi e il 15,9% delle costruzioni. Il numero di brevetti presentati da aziende italiane, in costante crescita dal 2001, negli ultimi anni mostra una leggera riduzione attestandosi a 72,4 brevetti per milione di abitanti.
Numeri incoraggianti arrivano dalla diffusione della banda larga con il 91,6% di utilizzo da parte delle aziende, contro la media europea del 90%. Molto positivo è anche il dato dei laureati nelle discipline tecnico-scientifiche, più che raddoppiati rispetto al 2000 per entrambi i sessi.
Per quanto riguarda le “spinte all’innovazione” le imprese italiane innovano soprattutto per migliorare la qualità (89,4%) e ampliare la gamma dei prodotti e servizi offerti (80,6%), mentre la riduzione dei costi economici ed energetici è un obiettivo valutato come importante da meno della metà delle aziende.
Secondo il quadro di valutazione dell’Unione Europea, l’Italia ha risultati complessivi inferiori alla media e fa parte degli “Innovatori moderati” insieme a Repubblica Ceca, Spagna, Croazia, Portogallo, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia e Slovacchia.